mercoledì, ottobre 29, 2008

Blog

I blog sono una merda.

Al diavolo tutte quelle scemate sul fatto che puoi condividere le tue esperienze, le tue emozioni , le tue gioie.

Condividi solo scritte. Schifose scritte senza la minima personalità, questo carattere Arial (o Times New Roman, se hai un po' di gusto) contro cui ogni emozione scompare. Voglio comunicare faccia a faccia, avere una persona ad un metro di distanza, poter parlare non solo con le parole, ma anche con i gesti, con le espressioni.

E a chi mi dice che Facebook è una cosa fantastica, dedico tutto il mio odio.

venerdì, ottobre 24, 2008

House of Blues & Jazz

E' venerdì sera. Voglio fare qualcosa, visto che domani sarò stanco e vorrò dormire. Insieme ai miei compagni si decide per un locale jazz.
Barbarossa o House of Blues & Jazz, questo è il problema.

Si decide per il Barbarossa, locale nel mezzo di People Square. Arrivo lì, locale molto carino, con anche dei narghilè per i clienti. Non ci restiamo più di cinque minuti. Pieno di gente, senza jazz, un piano occupato da una festa privata, e nessun narghilè disponibile. Peccato.

Cambiamo rotta e andiamo alla House of Blues & Jazz. Entro. Suona il "Sam Hooper Group", da Boston. Gente che la guardi in faccia e dici: "Si, questi di jazz ne capiscono". Attaccano a suonare un jazz molto leggero ma ben ritmato, pezzi che trascinano insomma. Prendiamo un tavolo, apro la carta dei liquori. Giubilo e gaudio. Vedo il Glen Livet 18 Years Old, un ottimo whiskey, il primo serio che vedo da quando sono arrivato a Shanghai. Vado a gustarmelo a un metro dall'orchestra, lasciandomi trasportare dalla coppia basso-batteria.
La serata continua tra musica e un po' di cazzate, volgendo al termine con discussioni varie: una sull'effettiva esistenza di Dio, un'altra sull'influenza che la Chiesa dovrebbe avere sulla società, una sulla Teoria delle Superstringhe. Siamo troppo ingegneri '-_-.

Torno a casa molto contento, promettendomi che tornerò in questo locale. E la prossima volta devo prendere una bottiglia di vino, che fa molto figo.

House of Blues & Jazz
Voto: 9.5

giovedì, ottobre 23, 2008

La polizia funziona (più o meno)

A Shanghai la polizia funziona. Il più o meno sta per il fatto che non fa rispettare la legge.

Oggi sono stato a ritirare un pacco speditomi dal capo di una stazione di polizia, che ha ritrovato alcuni degli oggetti di cui avevo fatto denuncia di furto. Purtroppo, tra la parte del ladro e la tangente a lui dedicata (al capo della polizia), mi sono tornati solo il cellulare e i documenti italiani che avevo nel protafoglio. Insomma, solo la roba che un cinese non potrebbe ricettare.

Beh, meglio di niente, credo che in Italia non avrebbero mai ritrovato nulla. Continuo comunque a pregare per una morte atroce del ladro.

P.S: tutti gli articoli su sei colonne delle maggiori testate giornalistiche mondiali, circa la violenza della polizia cinese, sono vaccate. Qui si può commettere ogni genere di reato, furti, ricettazione, vendite illegali, prostituzione, che tanto non frega niente a nessuno. Certo, omicidio, spaccio e manifestazioni pro-Tibet sono vietate, ma tant'è. A meno che non vai dai poliziotti a prenderli a schiaffi, questi non ti filano nemmeno.

Poli vs Tongji

Sono all'edificio Zonghe, nella mia unversità.

Sto studiando in un ufficio a disposizione di noi studenti, al diciottesimo piano, con vista su Shanghai. Connessione wireless e stampante personali. Pavimenti in parquet. Scrivanie in legno massello. Sedie-poltrone nuove.

Chi me lo fa fare di tornare a Milano, in quella squallidissima cosa che chiamano aula studio?

lunedì, ottobre 20, 2008

Vita di questi giorni / Pensieri sparsi

Questo post fa grammaticalmente schifo. I paragrafi non hanno senso, il contenuto ancora meno, e non viene rispettato qualsivoglia ordine cronologico. Sono solo cazzate sparse. Se leggi e non capisci, non è colpa del tuo cervello "Made in Taiwan".

Mi trovo in un localino, qui a Shanghai, si chiama Rosee de Matin. Non so come faccia a tirare avanti. Non c'è mai nessuno. In ogni caso mi piace. Forse per la tranquillità, forse per la bellezza del locale. Ha classe, con divanetti, quadri alle pareti, musica leggera e soffusa, cibo molto buono. Comunque, non devo preoccuparmi io della contabilità di questo posto. "Let me say, who cares!", come dice il mio prof di informatica.

La vita in Shanghai continua. Mangio ai banchetti, inveisco contro la gente, rischio di farmi mettere sotto da macchine guidate da persone che avranno preso la patente su Ebay.
Forse settimana prossima vado allo zoo. Forse anche all'aquario. E fra tre settimane ho gli esami. E sto anche ascoltando della musica cinese che mi ha passato un'amica del posto. So che voglio del cioccolato, del parmigiano, una decina di baozi; voglio anche 200000 dollari, la mia borsa di studio per il MIT.

Spero accada qualcosa di interessante, bello o brutto, perchè voglio scrivere qualcosa di cattivo. Mi rilassa.

E, detto fra noi, le cinesi sono molto gnocche.

lunedì, ottobre 13, 2008

Disclaimer 2

Su consiglio di una persona, da ora in poi i post saranno un po' alleggeriti, cioè senza insulti gratuiti, diffamazioni, opinioni personali antirazziali e via dicendo.

giovedì, ottobre 09, 2008

Furto

Ieri stavo a Wallmart. Non so come, ma mi sono distratto un secondo e un cinese mi ha rubato il marsupio.

Odio. Rabbia. Maledetto.
Questo ho pensato, non tanto per il denaro perso, ma per il valore affettivo di ciò che mi è stato rubato.
I miei occhiali scuri. Tondi. Belli. Tenevo ai miei occhiali scuri. Sapere che sono in mano a un cinese qualunque mi fa ribrezzo.
E poi oggetti a cui tenevo, nel mio portafoglio. La mia tessera del Politecnico di Milano, per esempio. O un anno di poesie ritagliate da City, ogni tanto mi piaceva rileggerle.
La cosa a cui tentevo di più era invece una banconota da 500 lire, degli anni cinquanta, ricevuta da mio nonno. L'avevo con me da 10 anni.

Dopo questo episodio guarderò con più sospetto i cinesi. Dovrò prestare più attenzione, soprattutto nel girare nelle parti centrali della città, in cui sembra che ognuno ti veda solo come un portafoglio che cammina. Voglio apprendere la cultura cinese, ma questo è un lato che proprio non sono disposto ad accettare.

Ho anche capito che, contrariamente ai consigli di mia madre, il portafoglio è sempre meglio tenterlo in tasca.

lunedì, ottobre 06, 2008

Cinesi

I cinesi non sanno costruire.

Vi daremo un dormitorio, dicevano.
Vi daremo stanze singole, dicevano.
Vi daremo un bagno personale e la connessione a internet, dicevano.

Beh, architettonicamente parlando, il mio dormitorio fa un po schifo, soprattutto per la disposizione delle stanze, non ho internet (forse nemmeno nel prossimo mese) e il mio bagno perde acqua.

Questo è solo un post di lamentele? No.

I cinesi sanno riparare. Sbagliano a costruire e a progettare, ma sono dei geni a riparare. Non capisco come sia possibile, ma in un giorno mi hanno completamente smontato il bagno e ricostruito lo stesso funzionante.

Un punto ai cinesi.

Cineserie 1

Breast Milk Pump

Oggi sono stato a Pudong, ufficio richieste internazionali, per ottenere un permesso di soggiorno qualunque e non essere qui come clandestino. Tornando mi fermo a un ristorante giapponese, discretamente guustoso. Prendo la metro e torno a casa.

Vedo una cosa che mi piega dalle risate.

Una pubblicità sulla metro parla di una Breast Milk Pump. Non so cosa sia, ma traducendo i caratteri cinesi lo scopro. E' tipo una macchina da attaccare alle tette per estrarre latte. Sembra un giochetto perverso da film giappo.


Continuerò ad aggiungere le cazzate che vedo. Sono troppo divertenti.

venerdì, ottobre 03, 2008

Gita alla montagna gialla

La settimana tra settembre e ottobre è una festività cinese chiamata "Golden Week" ("settimana d'oro" per i non anglofoni). Siccome non mi pareva bello restare una settimana a Shanghai a fare nulla, ho deciso di partecipare a una specie di piccola gita di tre giorni alla Montagna Gialla, una delle mete turistiche più ambite della cina. Inoltre il viaggio era organizzato, quindi non vedevo problemi. Ora so che dei cinesi si deve diffidare sempre, comunque, vita natural durante.

La partenza è fissata per le 5.40, prendiamo un pullman, tutto sommato discreto, e dopo sei ore siamo a destinazione. La giornata è freddina, il tempo nuvoloso. Niente male, perchè dà una bella atmosfera al posto.
Incontro la nostra guida. Un cinese magrissimo, ben presto ribattezzato Gigi. Insieme a lui inizio la salita. Il sentiero non è come me lo aspettavo. E' una lughissima scala, costruita ad hoc per permettere anche ai turisti più noob di salire. Tuttavia, cosa carina, è del tutto integrata nel paesaggio, costruita con un granito molto carino.

Durante la strada ho anche incontrato una scimmia.

La salita è dura, ma alla fine arivo alla vetta. Anche se l'ultimo pezzo è stato percorso praticamente di notte, nella nebbia, al freddo. Aspetto un po', giusto che mi assegnino la camera. Sapevo che avrebbero dovuto essere due camerate da 15 persone, mi ero immaginato uno scenario da caserma militare. In realtà, le caserme sono hotel cinque stelle. Mi viene assegnata una stanza veramente di merda, insieme ad un paio di miei compagni e ad un'infornata di schifosi cinesi. Otto persone in tutto. In una stanza di circa 20 metri quadri. Se una qualsiasi ASL italiana vedesse questo posto, lo raderebbe al suolo con il napalm. Ci sono addirittura letti nei corridoi.

Bestemmio più volte, inveisco verso gli idoli di varie religioni, poi dico: "Massì, stò posto fa schifo ma ci devo passare solo una notte. Chiudo gli occhi e dormo."

Non ho dormito. Causa tre dannati cinesi schifosi che russavano come bestie. Le seghe circolari hanno un suono rilassante al confronto. Bestemmio e non dormo, aspettando le cinque del giorno dopo.

Arriva l'alba. A detta di chiunque uno spettacolo magnifico. A detta mia una grossa cagata, che non valeva la pena di essere vista. Durante la mattinata percorro un bellissimo sentiero di montagna che da su degli strapiombi, con bellissimi paesaggi e panorami. Questo valeva la pena di essere visto.

Durante il resto della giornata ritorno a valle, e riprendo il pullman per dirigermi in una cittadina. Posto tutto sommato carino. Riesco anche a farmi una doccia. In serata c'è la visita alla strada vecchia della città, con un mercatino stupendo. A causa di quel fottuto autista di pullman, ci posso stare solo per poco. Guardo tutto in fretta. Cazzo.

Dormo, ripartiamo. Prima di tornare a Shanghai, faccio tappa a un posto strano, tipo una specie di attrazione turistica, che in realtà si rivela solo un posto orrido, una vecchia cava mineraria, assolutamente senza attrattiva.

Durante il viaggio di ritorno mi fermo ad un autogrill, trovo un cinese che vende castagne a prezzi ottimi, ne compro mezzo chilo, la mia cena.

Torno a Shanghai, mi rendo conto che questa città è una figata assurda, la amo. La sera vado a un locale, "Da Papà Mario", pizzeria italiana. Fantastico poter mangiare italiano. Poi a nanna.

Roba strana vista: strisce pedonali in autostrada, fantastico.